C'è un valore aggiunto in questi
incontri di Auser: non si vede, è impalpabile ed è un senso
profondo di solidarietà per gli altri, un ingrediente di cui si può
godere nel vedere le persone stare insieme e sorridere, un
ingrediente dello strudel di Ivonne, delle lasagne di Secondo, dello
gnocco e le tigelle di Laura e di tutti i volontari che ieri hanno
lavorato al capannone di Castelletto per il pranzo, un ingrediente
che forse è tra quelli che le madri mettono nei piatti dei loro
bambini, l'amore e la cura delle persone che nutrono.
E' stata una gita molto interessante
anche dal punto di vista culturale perché troppo spesso non ci
rendiamo conto che a due passi da casa possiamo visitare dei veri e
propri gioielli d'arte, perlopiù sconosciuti, e trascorrere giornate
tranquille in mezzo alla natura e alle nostre tradizioni.
Di ritorno dal convento, sulla stradina
che porta all'Abbazia ho intervistato la signora Nevia del gruppo
ospite di Pieve di Cento, paese duramente colpito dal terremoto, che
con molta emozione mi ha confermato quello che anche io avevo sentito
e che ora voglio condividere, un grande affetto e una grande energia
che almeno in queste domeniche le hanno consentito di dimenticare i
problemi quotidiani legati al sisma del 20 maggio 2012. “E' importante ritrovare questi
valori di solidarietà vera” ha ancora sottolineato Flavia
Gamberini, volontaria Auser, ma presenza istituzionale perché
consigliere comunale del comune di Pieve di Cento“ forse questo
terremoto ci ha fatto ritrovare valori che sembravano dimenticati e
che ci fanno sperare in un futuro migliore”. E il sorriso di questo bambino fa ben sperare. Antonella Restelli
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