lunedì 10 settembre 2012

GITA TRA CALANCHI E BORGHI

--> Voglio scrivere due righe in prima persona sulla gita di ieri al borgo di Castello di Serravalle e all'Abbazia di Monteveglio. Insieme a Patrizia Stellino e Luciano Piacenti curo la documentazione video del progetto. Ci alterniamo sul campo per ottenere il miglior materiale possibile per poi montare il documentario finale del progetto de “Il pozzo della Memoria”. Quando mi capita di partecipare personalmente alle attività, oltre alle riprese, alle foto, spesso torno a casa portandomi dietro un carico di energia positiva e anche di affetto che mi appagano per giorni e giorni.
C'è un valore aggiunto in questi incontri di Auser: non si vede, è impalpabile ed è un senso profondo di solidarietà per gli altri, un ingrediente di cui si può godere nel vedere le persone stare insieme e sorridere, un ingrediente dello strudel di Ivonne, delle lasagne di Secondo, dello gnocco e le tigelle di Laura e di tutti i volontari che ieri hanno lavorato al capannone di Castelletto per il pranzo, un ingrediente che forse è tra quelli che le madri mettono nei piatti dei loro bambini, l'amore e la cura delle persone che nutrono.
E' stata una gita molto interessante anche dal punto di vista culturale perché troppo spesso non ci rendiamo conto che a due passi da casa possiamo visitare dei veri e propri gioielli d'arte, perlopiù sconosciuti, e trascorrere giornate tranquille in mezzo alla natura e alle nostre tradizioni.
Di ritorno dal convento, sulla stradina che porta all'Abbazia ho intervistato la signora Nevia del gruppo ospite di Pieve di Cento, paese duramente colpito dal terremoto, che con molta emozione mi ha confermato quello che anche io avevo sentito e che ora voglio condividere, un grande affetto e una grande energia che almeno in queste domeniche le hanno consentito di dimenticare i problemi quotidiani legati al sisma del 20 maggio 2012. “E' importante ritrovare questi valori di solidarietà vera” ha ancora sottolineato Flavia Gamberini, volontaria Auser, ma presenza istituzionale perché consigliere comunale del comune di Pieve di Cento“ forse questo terremoto ci ha fatto ritrovare valori che sembravano dimenticati e che ci fanno sperare in un futuro migliore”.  E il sorriso di questo bambino fa ben sperare. Antonella Restelli

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